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FRONTE DEL POPOLO: NUOVI MOVIMENTI SOCIALI E DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA
L’alternativa: Democrazia Partecipativa o dittatura della Partitocrazia e l’esecutivo.
In questo mondo “globalizzato”, nella maggior parte dei paesi viviamo sotto una democrazia rappresentativa.
I cittadini eleggono i nostri governanti e parlamentari, però le crisi permanenti del modello alla fine del secolo XX e l’urgenza nel prendere le decisioni, hanno condotto alla delega e alla concentrazione del potere nell’esecutivo, a svantaggio del lento “Conciliatore Parlamento”.
Come sempre diciamo, il potere esecutivo esercita imperialismo nell’invadere spazi e assumere funzioni di altri poteri, i quali delegano allo stesso potere assoluto, e siccome il potere assoluto corrompe “assolutamente”, le denuncie su tangenti, abuso di potere, sfruttamento di cognomi, traffico d’influenze e corruzione sono all’ordine del giorno, per superare questi vizi sono necessari sviluppare una democrazia della trasparenza.
Di fronte agli abusi di potere, all’inerzia dei governi eletti e alla mancanza di risposte degli stessi alle domande dei gruppi popolari, in particolare di quelli esclusi dal sistema; di fronte all’apatia e/o indifferenza dei partiti politici, che non compiono con il loro ruolo di organizzatori della società e integratori degli interessi; di fronte alla dolorosa situazione di mille e milioni di persone nel mondo, diversi gruppi sociali hanno iniziato a organizzarsi conformando i chiamati “nuovi movimenti sociali” con l’obiettivo di ridurre le conseguenze generate dal nuovo ordine socioeconomico e modello di sviluppo mondiale egemonico, conservatore neoliberale o funzionalista.
La democrazia partecipativa cerca di favorire l’interesse e provocare preoccupazione e occupazione nella cittadinanza rispetto agli assunti pubblici, riducendo da un lato l’apatia e dall’ altro il potere politico concentrato nell’élite e nel clientelismo politico, affinché nessuno necessiti “di vendere” il proprio voto per un sacchetto di cibo, un sussidio o un impiego governativo.
In questa situazione nazionale e mondiale chiamiamo democrazia partecipativa quella che da spazio a tutti questi nuovi referenti sorti spontaneamente dalla società civile come risposta a una dirigenza politica, sociale, economica indifferente e/o cooptata dal potere finanziario domestico e internazionale, oggi accomunati per il processo di globalizzazione.
La mancanza di azione dei partiti politici, ieri, portavoce e canali di espressione del popolo ha condotto le masse a nuove forme di auto rappresentazione per la soluzione dei problemi vitali.
Ogni giorno e con sempre più forza si armano gruppi che sviluppano programmi alternativi, offrono pareri, redigono progetti di legge per la soluzione dei gravi problemi sociali.
Come diciamo, avanti ad un modello di ordine sociale escludente e inumano, sorgono queste organizzazioni popolari, le quali cercano di creare un mondo migliore e diverso, nel quale si rispetti la dignità umana, si riduca la violenza, si favorisca la qualità di vita associata all’accesso alla vita, all’alimento, alla salute, all’abitazione, all’educazione, alle relazioni sociali equitative.
Nel processo storico sviluppato dagli anni ’80, le trasformazioni socioeconomiche e la crescita del modello neoliberale hanno provocato profonde modifiche politiche in queste nuove “democrazie di mercato”, democrazie che limitano la partecipazione popolare, la atomizzano e diluiscono riducendo il contributo popolare alle decisioni governative, la quale è sotto il dominio e al servizio del mercato.
La subordinazione della politica al mercato, la cooptazione della dirigenza politica fa’ che oggi la politica come spazio di azione cittadina sia percepito come “del senza senso”. La privazione della politica, riduce la partecipazione della cittadinanza e dimentica i valori sociali.
Oggi l’esercizio della cittadinanza è circoscritto al suffragio. Più che a un’elezione e legittimazione popolare nella competenza tra elite partita ria, si tratta di un plebiscito tra governo e opposizione.
I poteri economici, politico e sociale intrecciati formano un “establishment” con interessi comuni e concentrano in poche mani la presa di decisioni, provocando rifiuto e sfiducia popolare nei confronti di elite, partiti politici, e organizzazioni, disprezzando La POLITICA, generando despolitizzazione e esclusione dei settori popolari dalla partecipazione politica pubblica arrivando sino alla pericolosa apatia e alla anomia.
Alcuni settori non si rassegnano e resistono, riscattando La POLITICA come un diritto cittadino e si organizzano in strutture che possono essere partita rie o no.
Costruiscono potere guadagnando spazi di rappresentazione, si organizzano e articolano per far fronte alle loro necessità. Questi nuovi movimenti alternativi, armati dal basso, favoriscono e invitano alla partecipazione popolare, al recupero dell’attività e all’azione politica.
Le lotte rivendicative sono congiunturali e parti di un tutto maggiore, cercano la trasformazione della società rendendola etica, giusta, solidaria ed equitativa.
La concentrazione del potere e la ricchezza hanno condotto alla creazione di un contropotere di segno opposto concretatosi in questi movimenti che si manifestano in diverse maniere, in accordo alla loro forza, ambito, cultura e idiosincrasia.
La partecipazione popolare favorisce il passaggio dall’individuale al collettivo, educa, induce alla creazione di coscienza, alla ricerca d’informazioni sopra la “res pubblica” a ridurre gli isolamenti, a potenziare le azioni solidarie: la partecipazione trasforma un attore social - politico in soggetto social - politico.
La società attuale è molto complessa, i problemi anche: per questo i nuovi movimenti sociali sono eterogenei e diversi nel loro interesse, potenzialità, attuazione, dimensione, misura, influenza, risorse umane e materiali.
La lotta è dura e la correlazione di forze molto diseguali, l’esito completerà questi sforzi se si superano i personalismi dei liders da obiettivi comuni superiori.
Le diverse organizzazioni sociali devono sommare sforzi e coordinare domande per rinforzare la loro posizione e creare nuove forme di rappresentazione di fronte allo Stato e agli altri poli di potere.
La forza di questi movimenti risiede nella sua orizzontalità e nell’ampia partecipazione, nella definizione collettiva del problema e delle sue soluzioni, nella cooperazione, nel dialogo e nella negoziazione, nell’unificazione d’interessi, per questo i leaders devono essere flessibili e adeguati alle diverse situazioni.
Le profonde crisi economiche degli ultimi tempi hanno frammentato la società in generale e i settori popolari in particolare, per questo è necessari creare organizzazioni includenti e apartitarie, concentrate in un gran FRONTE DEL POPOLO.
Le loro presentazioni vanno da mobilizzazioni moltitudinarie e parallele nelle città più importanti del mondo fino agli originari blocchi di strada, con cui i lavoratori licenziati e in cassa d’integrazione si rendono visibili come “conseguenza umana” non desiderata e prevedibile, prodotto del processo di disindustrializzazione nazionale dovuto alla grande crisi economica.
Proliferano organizzazioni della società civile, da quella che si dedica alla beneficenza, alla fondazione, all’organizzazione non governativa, la quale si dedica a offrire servizi d’interesse pubblico, sociale, molte di esse coprono funzioni indelegabili, non offerte dallo STATO ormai pauperizzato e senza prestigio.
Questi movimenti popolari si propongono diverse mete, alcuni gruppi cominciano a organizzarsi per riscattare i loro luoghi di lavoro sotto la forma di “fabbriche recuperate” o creando cooperative integrate dagli stessi lavoratori dando forma al movimento nazionale di piccole e medie imprese recuperate.
Cominciano a sorgere spontaneamente “assemblee di quartiere e/o comunali” come esempio di organizzazione popolare. Trascorso un tempo, alcune se focalizzano in temi e aree particolari, si convocano gli abitanti a confezionare il compromesso e/o preventivo partecipativo. L’organizzazione è comunale, i contribuenti si uniscono per temi e stabiliscono priorità di zona. La maggior parte sta proponendo la creazione del:
MOVIMENTO NAZIONALE DÌ PARTECIPAZIONE POPOLARE NELLA GESTIONE COMUNALE – PROVINCIALE E REGIONALE.
Gli immigrati hanno cominciato a unirsi per lottare per i diritti civili e hanno conformato il:
MOVIMENTO PER I DIRITTI CIVILI DELLA IMMIGRAZIONE – MARTIN LUTHER KING.
Le donne hanno creato il:
MOVIMENTO PER LE PARE OPPORTUNITÀ DELLE DONNE “SIMONE DE BEAUVOIR”
I lavoratori hanno costituito il:
MOVIMENTO DEI LAVORATORI AUTO ORGANIZZATI, DISOCCUPATI, PRECARI E CASSAINTEGRATI.
I compagni comunisti autoconvocati per la mancanza di azione dei partiti, ieri portavoce e canali di espressione del popolo ano deciso, integrarsi ai movimenti sociali in la costruzione di un grande FRONTE DEL POPOLO costituendo il:
MOVIMENTO DÌ COMUNISTI NEL FRONTE DEL POPOLO-
L’Italo – latinoamericani rientrati in Italia e gli italiani nel mondo sono organizzati in la:
ASSOCIAZIONE NAZIONALE DE ITALO – LATINOAMERICANI E ITALIANI NEL MONDO.
La profondissima crisi economica, ha recuperato l’iniziativa attraverso diversi modi di sopravvivenza, dando spazio e luogo a diverse forme di economia sociale e solidale.
Appaiono “luoghi di scambio in tutto il paese, mercati d’intercambio di beni e servizi, microimprenditori, cooperative di prodotti, all’inizio appaiono come l’urgente e primaria risposta all’esclusione sociale, alla disoccupazione massiccia, come complemento ai bassi salari, fino a convertirsi poi in una nuova forma compromessa di vita equitativa, umana e rispettosa. La partecipazione è un elemento fondamentale per la stessa. L’economia solidale presuppone la costruzione di reti e vincoli sociali attraverso un’economia che beneficia tutti i partecipanti in nome del bene comune, con prezzi giusti e rispettando il medio ambiente.
Partecipare richiede sforzo, tempo, posticipare necessità e interessi personali in funzione del bene comune, è un’espressione di generosità e solidarietà sociale.
La frammentazione sociale ha prodotto questi movimenti sociali eterogenei, complessi e collettivi i quali sorgono come:
1) Risposta al modello neoliberale, alla dominazione del mercato, al consumismo smisurato che favorisce la disorganizzazione, frammentazione e disarticolazione dei settori popolari;
2) Mezzo per generare e articolare il collettivo di fronte ad individui isolati, atomizzati e compiacenti;
3) Cerca la partecipazione sociale a fronte della limitazione alle iniziative popolari solidarie e articolate;
4) Pone limiti all’esclusione economica e alla marginalità sociale.
5) Sorge per fortificare la posizione degli attori sociali come protagonista della propria storia e non solo come semplici spettatori.
6) Sono trasformatori di una società ingiusta in altra società che rispetti la dignità e la libertà degli esseri umani.
Alla luce di tutto quanto esposto, è necessario unire TUTTI I MOVIMENTI SOCIALI IN UN GRAN FRONTE DEL POPOLO come elemento propositivo e di controllo popolare della gestione del Governo, di coloro al quale delegheremo il mandato.
Viviamo tempi difficili e i risultati finali sono incerti. Le proiezioni d’investigazioni serie presentano differenti scenari possibili, tanto nazionali quanto internazionali, oggi, come non è mai stato nel passato della storia umana.
L’incertezza padroneggia, nessuno sa con certezza, cosa ci aspetta nell’immediato futuro.
Milioni di esseri umani sopravvivono in condizioni disumane, estreme, ma questa situazione non durerà ancora a lungo: appena sorgerà, in qualunque posto del mondo, un movimento contestatario che spinga verso un forte appoggio popolare, presto si convertirà in referente e questo potrà generare movimenti sociali simili in altri luoghi del mondo con l’obiettivo di modificare le attuali e disumane relazioni sociali nelle quali sopravviviamo.
CONVOCHIAMO A TUTTI I MOVIMENTI A COSTRUIRE INSIEME IL FRONTE DEL POPOLO, LAVORANDO EN FORMA ORIZZONTALE APPLICANDO LA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA DONDE NESSUNO E PIÙ CHE NESSUNO.
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Un altro mondo è possibile basta solo diffondere, riscattare i valori etici e ricreare una rete umana di solidarietà, giustizia e libertà.
FRONTE DEL POPOLO PER LA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA
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Laura Picchetti
Mentre l'Italia onesta si scandalizza per
il via libera del sindaco di Milano
ad intitolare una via a Bettino Craxi,
scopriamo che in realtà non c'è
nulla da scandalizzarsi. O meglio...
è gia troppo tardi per scandalizzarsi.
Navigando per Google Maps è facile
scoprire che a Bettino Craxi (ladro
e latitante) fra vie e piazze possiamo
contarne già 7.
Ecco qui di seguito le località che possono vantare di dare omaggio
a questo onesto cittadino:
•Via Bettino Craxi, 00038 Valmontone Roma, Lazio...
•Via Bettino Craxi, 71100 Foggia, Puglia
•Via Bettino Craxi, 73100 Lecce, Puglia
•Via Bettino Craxi, 73020 Botrugno Lecce, Puglia
•Via Bettino Craxi, 87040 Marano Marchesato Cosenza, Calabria
•Via Bettino Craxi, 87029 Scalea Cosenza, Calabria
•Piazza Bettino Craxi, 58100 Grosseto, Toscana
Michele Marseglia
ma Milano ha una strada intitolata a Enrico Berlinguer?
Bruno Zapparrata
Laura ma l'Iran Gate dove c'entrava pure
la sua ombra che fine ha fatto???
I figli di Craxi per entrare in parlamento
avrebbero dovuto rinunciare all'eredità
cosa che non hanno fatto... e Allora???
Ci devono ancora prendere in giro....
Giancarlo Nobile
Chi è questo Michele Marseglia che accumuna una persna perbene,
un patriota come Enrico Berlunguer con il criminale Bettino Craxi?
Dunque Benedetto Craxi detto Bettino: pluripregiudicato per corruzione
e finanziamento illecito, titolare di conti esteri su cui aveva accumulato
tangenti per 150 miliardi di lire, fortemente sospettato di essere il capo
di una banda di contrabando di armi (Giudici Palermo, Falcone).
Distruttore delle Finanze dello stato triplicando il Debito Pubblico.
Ditruttore del glorioso Partito Socialista Italiano, corruttore delle
coscienze con il suo fratellastro Silvio Berlusconi a cui ha donato
l'emittenza italiana....morto latitante in Tunisia.
E questo è un eroe? Forse in un paese in cui è Crollata la Civilità
come nell'Italianistan ove è eroe il mafioso pluriomicida Mangano
può accadere una follia simile.
Laura Picchetti
Giancarlo ... io credo che Michele
Marseglia volesse dire che sarebbe
giusto che Milano avesse..una strada
intitolata a Enrico Berlinguer
....o almeno io cosi' ho interpreteto
il suo commento....
Michele Marseglia
Assolutamente non intendevo accomunare le due figure ovviamente
contrapposte anche in vita non solo per il diverso rigore morale e
la insistenza sulla priorità della Questione morale caratteritica
fondante del PCi di Enrico Berlinguer ..
intendevo solo sottoineare proprio questa diversità di trattamento
atteso che forse a Milano non esiste una strada intitolata al compianto
Enrico per cui non vedo ..perchè ne dovrebbe essere intitolata una
proprio a Craxi che ne è stato accanito e distante avversario...
Laura Picchetti
allora avevo capito bene.....mentre
non posso dire di aver capito la nota
che ho messo..per me troppo politica
e con troppe argomentazioni che mi
sembrano molto lontane dalla mia
pratica esperienza di vita......comunque
se puo stimolare una discussione ben
venga.
Michele Marseglia
certo mica vevi dubbi anche tu? Scherzo....
Sulla nota hai ragione è poco comprensibile e questo linguaggio
contribuisce a creare la distanza della sinistra dalla vita reale del
Paese e dai suoi modi di interpretare ed esprimere i messaggi
politici..mentre in questa fase di confusione c i sarebbe bisogno
di chiarezza anche espostiva ed i unità delle forze rappresentative
della sinistra e del centro sinsitra espungendo le posizioni ambigue
e lavorando per un 'unità reale dal basso come il Popolo viola ha
dimstrato di saper fare...visto che i partiti stanno venendo meno
alla loro funzione di sintesi ceh invece occorerrebbe ancor più in
questo momento .
Ivan Mellace
Necessità!Le necessità esposte nel commento precedente trovano
soluzione in movimenti estranei alla partitocrazia della casta.
I partiti della sinistra radicale tengono in ostaggio i simboli legati
alle ideologie e alla resistenza ma da tempo non rappresentano
la popolazione e non propongono soluzioni alternative alla sopravvivenza.
Alla casta conviene mantenere i partiti della sinistra radicale divisi
garantendone lo stato vegetativo attuale.Chi vota PSI o Rc o PCL o PDCI
oggi vota i meno peggio di un sistema fallimentare incapace di trovare
soluzioni adeguate al disastro politico e sociale progettato dalla destra
eversiva che governa il paese negli ultimi 40 anni.
Oggi più che mai il popolo e la democrazia hanno la necessità di trovare
nuove forme di espressione e l'inganno della partitocrazia immobile e
destreggiante non può durare per sempre.Movimento orizzontali nuovi
supplicono alla necessità di un nuovo movimento popolare per esprimere
le necessità incombenti con il forte vantaggio di essere lontani dalla
logica feudale che governa il paese.Il problema reale è la voluta
inadeguatezza del sistema Italia di garantire la partecipazione del
cittadino alla vita politica del paese.Movimento orizzontale vuol dire
prima di tutto movimento culturale e sociale per recuperare i primcipi
e i valori della cultura democratica e fornire alla popolazione una voce
che esprima le reali esigenze attuali.
Craxi rappresenta la parentesi più buia del socialismo.
Già allora il PSI non esprimeva la voce dei socialisti.E' stato il capro
espiatorio di una società fallimentare che ha avuto modo di
riorganizarsi attraverso la cosiddetta seconda repubblica (niente altro
che il lifting della prima) ed è stato strumentalizzato per relegare il
socialista a una voce marginale.
E' storia che i partiti di sinistra sono stati dimenticati con la prima
repubblica attraverso il piano prestabilito di deriva a destra dell'intero
paese.
Oggi paghiamo la forte carenza del Partito socialista che stenta a
seppellire il passato collaborazionista.La parte del PSi che è
sopravvissuta è discendente del vecchio PSIUP ma le correnti craxiane
sono ancora troppo forti per iniziare una nuova stagione vicina al popolo
e ai tanti convinti socialisti italiani.
La storia recente é ancora troppo confusa per poter dire che Craxi ha
patteggiato la fuga con il silenzio sul piano eversivo che lo ha visto travolto
proprio quando i rapporti con la dc si incrinavano.Nessuna giustificazione
al traditore della sinistra ma é importante accostare le ragioni storiche
alla condanna morale e politica.
Non è più un segreto la forte ingerenza statunitense nella vita politica del
paese,ne è un segreto che gli schieramenti nati negli anni novanta non
sono altro che l'evoluzione di un disegno politico aberrante che ci prepara
ancora brutte sorprese.
Iniziative come questa ne sono la conferma e confermano che la cultura
dominante (non per popolarità ma per importanza economica) è ancora
la stessa che giustifica il malaffare e la politica dell'inciuci della casta.
a parte le battute di sdegno oggi in Italia per arrivare in Piazza Rosa
Berlusconi bisogna passare per via Almirante e svoltare per Via Craxi,
sempre dritto, noncuranti del popolo che attraversa la strada ...