lunedì 28 dicembre 2009

I POTERI OCCULTI .....

CL, GUAI A CHI LA TOCCA

Un dirigente della sanità lombarda,
ora sospeso, svela lo strapotere
di Formigoni e della Compagnia
di Ferruccio Pinotti
Chi attacca Comunione e Liberazione, “muore”.
L’espansione del potere di CL ha assunto caratteri tali che chi si oppone a essa,
o semplicemente critica lo stile della potente lobby cattolica, è sottoposto a
pesanti pressioni.
Esemplare il caso del dottor Enrico De Alessandri, un dirigente della sanità l
ombarda sottoposto a un severo provvedimento solo per aver criticato lo
strapotere di CL in un sito, www.teo pol.it , nel quale De Alessandri pubblica
un dossier in cui è illustrato l’assalto al potere in una regione che gestisce un
bilancio da 20 miliardi di euro, pari a quello di un piccolo Stato.
De Alessandri è stato sospeso dal lavoro per un mese, dal 16 novembre al
16 dicembre di quest’anno, con l’avviso che se non toglierà dal web le sue
considerazioni seguiranno provvedimenti più pesanti.


Un dettaglio che la dice lunga sulla vicenda è il fatto che la comunicazione
del 20 ottobre è firmata dal dirigente del personale della Regione, Michele
Camisasca, nipote del famoso Massimo Camisasca, il sacerdote che è
stato una delle figure chiave del movimento (dal 1985 è superiore generale
della “Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo”),
nonché storiografo ufficiale di CL.
Il provvedimento disciplinare è arrivato dopo una serie di richiami scritti.
Una comunicazione del 18 settembre proponeva addirittura un patteggiamento:
“La riduzione della punizione a soli dieci giorni in cambio dello stop alla
pubblicazione del libro (…)”. Ma il dottor De Alessandri, che è stato direttore
del Centro regionale emoderivati della Regione Lombardia e che lavora
attualmente presso l’Assessorato alla sanità della Regione Lombardia,
intende resistere, esercitando il diritto di espressione sancito dall’articolo
21 della Costituzione.

Le sue critiche, infatti, non sono rivolte al datore di lavoro ma all’occupazione
del potere in Lombardia da parte di un movimento religioso, CL appunto.
I consiglieri regionali di Verdi, Pd e Sinistra hanno subito presentato
un’interpellanza urgente alla Giunta. Nell’interrogazione, presentata il primo
dicembre, il consigliere regionale Mario Agostinelli parla di “un gravissimo
intento persecutorio nei confronti del dott. De Alessandri” e interroga la
Giunta regionale per sapere se non ritiene “di sospendere immediatamente
l’azione in atto, con l’integrazione da subito nell’attività lavorativa e nella
relativa retribuzione”.
A difendere De Alessandri c’è ora un luminare del diritto:
il professor Vittorio Angiolini, già legale della famiglia Englaro nella
difficile battaglia sulla fine di Eluana.
Cosa racconta De Alessandri nel suo dossier? La tesi di fondo del libro
è che CL abbia costituito una situazione di potere monopolistico nell’ambito
di un’importante istituzione pubblica come la Lombardia, attraverso
un’occupazione “militare” da parte dei suoi esponenti di tutti i centri di
potere: dai direttori generali ai dirigenti delle unità organizzative nei più
importanti assessorati; dai direttori generali delle pubbliche aziende
ospedaliere ai primari; dagli amministratori delegati ai presidenti delle
società di trasporto; dai direttori generali degli enti e delle agenzie
regionali ai consigli di amministrazione delle società a capitale pubblico della
Regione Lombardia operanti in ambiti strategici come le infrastrutture, la
formazione, l’ambiente, costituendo, di fatto, una pericolosa situazione di
potere “dominante”.
De Alessandri spiega al il Fatto Quotidiano: “La distribuzione dei fondi
pubblici privilegia in misura schiacciante le imprese della Compagnia delle
Opere rispetto all’intero mondo imprenditoriale lombardo”.

L’opposizione regionale lombarda ha definito la sospensione dal lavoro
di De Alessandri “un provvedimento persecutorio”. Certo, nel suo dossier,
De Alessandri porta fatti, nomi e cifre inquietanti. “Se nelle altre regioni si
può legittimamente parlare di ‘primari di partito’ e di ‘manager di partito’,
in Lombardia si parla quasi esclusivamente di ‘primari di CL’ e di ‘manager
di CL’”. De Alessandri stigmatizza anche il comportamento di coloro “che mettono nel curriculum la loro foto con don Giussani”.

“Dietro al mondo delle nomine, c’è tutto un universo di convenzioni,
accreditamenti, assegnazioni di incarichi e appalti che vedono
primeggiare un gruppo su altri.

Il ciellino Guido Della Frera, ex braccio destro del governatore lombardo,
abbandona nel 2003 l’incarico di Assessore regionale per fare l’imprenditore
nel settore della sanità privata. Non passano cinque mesi e una società di cui
era azionista, il Polo geriatrico riabilitativo di Cinisello Balsamo, ottiene dalla
Regione l’accreditamento presso il Servizio sanitario nazionale di 141 posti
letto a uso riabilitazione.

La struttura è privata, ma il ricovero lo paga lo Stato. Da allora per Della Frera
è stata una marcia trionfale. Nel 2004 Formigoni ha accreditato il Polo geriatrico
con altri 246 posti per la sede di Milano città, dando contestualmente il via libera
a un’altra società del suo ex braccio destro, la Polo Riabilitativo srl, per la
costruzione di una nuova struttura con 216 posti letto fra degenza, day hospital,
emodialisi, radiologia e altro ancora”.
Il dirigente compone un quadro preciso: “Tra le tante mostruosità istituzionali
introdotte dal governatorelombardo,milimitoacitare un esempio giudicato di
eccezionale gravità da alcuni stessi consiglieri regionali. Si tratta di Infrastrutture
Lombarde, la società per azioni creata dalla Regione Lombardia per promuovere
le nuove infrastrutture (costruzioni di ospedali, svincoli autostradali), duramente
contestata già all’inizio della sua istituzione: il Presidente della Regione
controllerà tutti gli appalti, togliendo ogni possibilità di controllo al Consiglio
regionale, hanno dichiarato alcuni consiglieri regionali dell’opposizione.

Una situazione esplosiva per la democrazia”. Com’è riuscito Formigoni a
consolidare un potere tanto assoluto?

Secondo De Alessandri, “anzitutto decapitando i vertici della dirigenza
regionale e sostituendoli con esponenti di CL. La carica di segretario
generale, ovvero la prima carica dirigenziale della Regione Lombardia
è, da oltre quattordici anni, saldamente occupata dal ciellino Nicola Maria
Sanese, soprannominato il vice governatore.

Le cariche di direttore generale nei più importanti assessorati sono
strettamente legate all’appartenenza a Comunione e Liberazione.

Le unità organizzative più strategiche sono anch’esse dirette da esponenti
del movimento fondato da don Giussani. Nicola Maria Sanese è un nome
storico tra gli organizzatori dei meeting di Rimini unitamente al ciellino
Roby Ronza, che Formigoni ha nominato Delegato per lo sviluppo e
consolidamento delle relazioni internazionali” .

Quello descritto da De Alessandri è un sistema pervasivo. “Il ciellino
Raffaele Cattaneo occupava nella scorsa legislatura la seconda carica
dirigenziale della Regione: quella di vice segretario generale.
Nominato sottosegretario regionale all’inizio della presente legislatura,
detiene attualmente la carica di Assessore regionale alle infrastrutture
e mobilità. Non solo: Raffaele Cattaneo è, dal 2004, presidente del
consiglio di sorveglianza di Infrastrutture Lombarde Spa, di Lombardia
Informatica e, come se tutto questo non bastasse, è membro del Cda
della Sea, la società di gestione degli aeroporti di Milano.
Oltre a loro, tra i fidatissimi, figura Giulio Boscagli, Assessore alla famiglia
e alla solidarietà sociale. E ancora Romano Colozzi, al quale non a caso
spetta la responsabilitàdella‘cassaforte’regionale: Romano Colozzi è
Assessore alle risorse e finanze”.
Il blocco di potere ciellino è fortissimo anche ai vertici delle fondazioni
sanitarie: “Nel luglio 2009 Formigoni ha nominato Giancarlo Cesana, nome
storico di CL, presidente del Policlinico Mangiagalli”, scrive De Alessandri.

“Il ciellino Alberto Garocchio è stato nominato nel consiglio di amministrazione
dell’Istituto dei tumori, Cosma Gravina nel cda dell’Istituto neurologico Carlo Besta.
Il ciellino Luigi Roth è stato invece confermato nel consiglio di amministrazione del
Policlinico Mangia-galli. Luigi Roth, già Presidente di Fondazione fiera di Milano,
detiene il record delle cariche cumulative: nel marzo 2009 Formigoni lo ha
nominato alla guida del consorzio destinato a realizzare un’opera colossale,la Città
della salute di Milano. Roth è, contemporaneamente, Presidente di Terna Spa,
membro del consiglio di amministrazione della Cassa di risparmio di Ferrara,
Presidente della Banca popolare di Roma. Inoltre, opinionista deIlSole24Ore,
Avvenire, LaNazione. Il ciellino Claudio Artusi, già ad di Fiera Milano Spa, è
attualmente ad di CityLife.
Nel 2004 CityLife acquistò dalla Fiera guidata da Artusi parte del quartiere
della vecchia fiera cittadina, su cui dovrebbe prendere forma il progetto
firmato da Isozaki, Liebeskind e Hadid. Intanto Roth è stato nominato nel
cda della Cassa di risparmio di Ferrara e alla presidenza della controllata
Popolare di Roma”.
CL allarga il suo potere anche ad ambiti della finanza cattolica tradizionalmente
ostili. “Dopo una lunga battaglia dentro la Banca popolare di Milano, la sconfitta
di Mazzotta ha aperto le porte alla presidenza di Massimo Ponzellini.
Ma al suo fianco come vicepresidente, avrà Graziano Tarantini, che ha fondato
e fatto crescere la Compagnia delle Opere di Brescia. Avvocato 49enne, con alle
spalle una grande esperienza nella finanza, già da anni Tarantini rappresenta
nel consiglio della banca milanese per antonomasia l’anima della Compagnia.

Nel consiglio di amministrazione dell’ente presieduto da Giuseppe Guzzetti,invece,
la galassia della Compagnia è rappresentata dal milanese Angelo Abbondio”,
segnala il dossier di De Alessandri. Che commenta: “Chiunque abbia tentato
di opporsi allo strapotere di CL è stato emarginato”. Difficile sapere come finirà
la sua coraggiosa battaglia. Ma a De Alessandri piace citare il passo di un
articolo di Eugenio Scalfari del 13 ottobre 2008: “Un sistema di potere come
quello di Formigoni, CL, non esiste in alcun punto del Paese, nemmeno la mafia
a Palermo ha tanto potere. Negli ospedali, nell’assistenza, nell’università, tutto
è diretto da 4-5 persone che hanno anche una specie di cenobio dove ogni tanto
si ritirano, sotto voti di castità o qualcosa di simile”.


Qui sopra il Meeting di Rimini, appuntamento annuale dei ragazzi di CL;

Paola Sommariva era ora che questa cosa venisse fuori.. di Pietro poco tempo fa disse che la corruzione non è pi... Mostra tuttoù come all'epoca di "mani pulite" dettata dalla mazzette.. ora è uno scambio di poteri e loro essendo paragonabili ad una setta, ramificata e ovunque installata, con sottoposti obbedienti, li detengono senza timor di contrapposizioni.. quelli al di fuori della loro organizzazione, sono il nulla e trattati come tali.. persino la loro religione, che vanno sbandierando ovunque, non li induce ad un minimo di fratellanza e umiltà... Ardua impresa smembrare logge del genere..