giovedì 9 giugno 2011

Santoro Show

E alla fine Michele Santoro s'infiamma e infiamma il pubblico. L'agguerrito conduttore ha chiuso stasera l'ultima puntata di Annozero urlando agli ospiti presenti: "Basta!
Siamo noi ad essere stufi, avete rotto! Noi non abbiamo bisogno della pubblicità, Annozero da solo raccoglie 15 milioni di euro!". Lo ha fatto rispondendo a Roberto Castelli che si lamentava di pagare il canone per gli interventi di Marco Travaglio: «Noi non usiamo un soldo del canone - gli urla contro Santoro -, noi finanziamo altre trasmissioni comprese quelle che voi partiti avete imposto alla Rai.

Insopportabile. 15 milioni milioni di euro in pubblicità per la nostra trasmissione quest'anno. Siete voi che dovete lasciare libera la Rai».
E sulla spinta degli applausi fortissimi del pubblico:
«Avete rotto. Non si sopporta più.
Noi vogliamo la Rai pubblica, siete voi che ci rovinate, noi sappiamo gestirla. Sono i vostri che sono invendibili e incomprabili. È Sgarbi. Noi siamo nel mercato. Chi ha pagato Sgarbi? Chi paga Minzolini. Chi paga Rai1 , Rai2 noi paghiamo Rai1, Rai2, siamo stufi».

Dalla platea applausi insistiti, cori e piedi battuti ritmicamente sulle pedane. E quando Castelli ha detto che non era il caso di applaudire, Santoro ha detto «gli state levando la loro trasmissione, quanto meno lasciateli applaudire...».
Lo scontro è andato avanti per alcuni minuti coinvolgendo Marco Travaglio e, in parte, il ministro Brunetta e Antonio Di Pietro, ospiti in studio, mentre Pier Luigi Bersani è rimasto in silenzio.
Alla fine Santoro ha ripreso le redini della trasmissione, avendo cura però di dire «chiedo scusa a tutti» per lo scontro verbale con Castelli, aggiungendo «ma quando è troppo è troppo».

Dopo una puntata relativamente frizzante - da una parte Roberto Castelli e Renato Brunetta, dall'altra Travaglio, Antonio Di Pietro e Pier Luigi Bersani - il conduttore, che ha da poco firmato l'addio alla rai con una buonuscita di 2,3 milioni di euro e la prospettiva di un rapido approdo a La7, è sbottato a fine trasmissione, rivendicando con un tono di voce decisamente acceso le proprie ragioni e la propria posizione.


Michele Santoro aveva iniziato la sua puntata di addio alla Rai con un editoriale in diretta ad Annozero, come antipasto del programma.
Ma in sostanza aveva detto: sono della Rai, nell'accordo così è scritto e con la Rai posso ancora collaborare, non sono ancora andato a La7.
E al direttore generale Lorenza Lei: si distanzi dal conflitto d'interessi, «Altrimenti non riuscirà a fare nulla come i suoi predecessori».

Il giornalista ammette di guadagnare tanto.
Ma - dice - quel che conta è sentirsi dell'azienda. E nella sua visione della vita - sostiene il conduttore - la dignità della vita viene prima di tutto. Prima dei soldi.
"E quando si attaccano quelli come me, figli di macchinisti, si attacca anche la possibilità alla gente comune di avere un sogno".
In sostanza, non chiude con la tv pubblica. E se qualcuno chiude la porta - è il suo discorso - non sarà per sua volontà.

Santoro si rivolge a Garimberti, presidente della Rai: "ho fatto un accordo che mette fine alla vicenda giudiziaria, ma nell'accordo c'è scritto che Santoro può continuare a collaborare con la Rai.
Anche da domani.
"Attenzione colleghi anche da domani. Mi piacerebbe che lei facesse questa discussione in Consiglio e vorrei capire se questa trasmissione la volete oppure no. Io non ho ancora firmato con nessun editore e posso collaborare e riprendere con questo programma anche a costo di un euro a puntata».
Ancora al presidente della tv: "Non voglio rendere pubblici i nostri discorsi privati. Ma non ho ancora firmato con nessuno.
E da domani posso riprendere".

"Non si può sempre resistere, resistere, come ho detto alla mia amica Ferilli", dice il conduttore. Rivendica il fatto che con Annozero la Rai incassava molta pubblicità. E considera una sconfitta il fatto che lui vada in onda perché graziato "da una sentenza delle toghe rosse".
«Io non voglio essere più andare in onda perchè lo decidono i giudici e se avessi vinto in Cassazione, cosa che io ritenevo sufficientemente certa, sarebbe stata un'ulteriore sconfitta perchè nessuno avrebbe riconosciuto che ero della Rai».


"Il 17 - annuncia il conduttore - sarò in piazza con la Fiom a Bologna. Signori entra il lavoro".

PER GABANELLI, DANDINI & CO.
«Se la mia andata via serve ad evitare il bombardamento di ciò che rende grande il servizio pubblico, come Fazio, Gabanelli, Dandini, Iacona, preferisco andare via». Lo ha detto Michele Santoro nel corso dell'anteprima dell'anteprima di Annozero, prima di lanciare la puntata con un «ora al diavolo Annozero, comincia l'Annonuovo».

GARIMBERTI, SI PREOCCUPI DI QUEL CHE FA
«Caro Garimberti - ha esordito il conduttore - se io fossi in lei non mi preoccuperei di ciò che sto per dire ma di quello che lei sta per fare. Io sono artefice del mio destino, ma chi è artefice del destino in Rai? Io sono un giornalista Rai.
Ho cominciato più di 30 anni fa in uno studio Rai». Il conduttore ha quindi citato l'esempio di «un tecnico straordinario che veniva a lavorare in giacca e cravatta, non tollerava sbavature e imperfezioni», di «un autista Rai che possedeva un sacco di mucche ed era miliardario», del tecnico delle luci che lavorava nel suo studio ed era lo stesso de La notte della Repubblica di Zavoli, di un operatore che ha ricevuto i complimenti di Celentano, tutti «orgogliosi di essere della Rai».
«Anche Celentano è della Rai - ha aggiunto -.
Allora chi è l'artefice che impedisce a Celentano di lavorare in Rai da più di 14 anni?».
Santoro ha aggiunto che «all'annuncio di un nostro passaggio a La7, il titolo ha guadagnato il 20% in un giorno. Per molto tempo dall'interno dell'azienda sono stati portati in piazza particolari del mio stipendio per alimentare la macchina del fango, ma io sono della Rai.
Sono orgoglioso e sono figlio di un macchinista della Ferrovie che ha mandato cinque figli all'università.
E se posso mandare i miei in scuole migliori, non mi vergogno»
«Voi avete una visione della vita secondo cui esistono ricchi e poveri - ha detto inoltre Santoro -, mentre nella mia visione c'è la dignità del lavoro che è condizione di libertà. Quando si attaccano quelli come me, si attacca la possibilità di avere un sogno anche per quelli come mio padre».






Massimiliano Di Fuccia:
Rai, La7 o qualsiasi altro "canale d'informazione" fa lo stesso.
L'importante è che non molli mai e continui come sempre a tenerci aggiornati con il tuo egregio "saper dare informazione".

Gaetano Cammarata:
guardando questa trasmissione non mi rendo ancora conto di come delle persone decidano di farsi rappresentare da castelli o da brunetta ...probabilmente non li ascoltano.....o sono come loro

Rosanna Zarantone:
L'HO DETTO ED ORA LO RIPETO:TUTTA LA CORTE DEL NANO STA LAVORANDO X AFFOSSARE LA RAI, POI, PRIVATIZZATA, SE LA COMPRERA' ALCAPRONE.
MAGARI X 2 EURO. E QUINDI 6 RETI SE LE GUARDEREMO E SAPREMO GIA' DI COSA SI OCCUPERANNO.
MA QUANDO L'ITALIA SI SVEGLIA!! LO VOGLIAMO UN'ALTRO DUCE??
MI SA DI SI', L'ABBIAMO IN CASA.

Iadevaia Giuseppe:
Santoro ha detto: " non abbiamo bisogno del canone rai, perchè con la pubblicità oltre ad autogestirsi finanziano altri programmi flop della rai voluti dall'attuale maggioranza/minoranza nel Paese.

Daniela Nencia:
Che era? Uno dei punti dei cento giorni del nano,quello di far fuori pezzo per pezzo la televisione pubblica? Chissà perchè.....

Alessandra Marchetti:
ovviamente questa classe politica ha dovuto rovinare una delle poche trasmissioni che vale la pena di seguire.....pazienza ci consola solo l'approdo a la7

Antonella Saraceno:
e da domani tutti su la 7

Patrizia Calogero:
un Santoro liberato veramente grandissimo!!!

Milvia Ciuffardi:
Michele Santoro ha lavorato per il servizio pubblico in maniera egregia, costantemente teso a ricercare ed affermare la verità.
Per i cittadini la RAI senza Santoro sarà orribile

Roberto Ioannucci:
GRAZIE SANTORO...SEI GRANDE

Josè Rocchinho:
1GRANDE MICHELE! IL TUO GRIDO E' IL NOSTRO GRIDO!
OVUNQUE TI SEGUIREMO!